armadi di strada

Ogni gestore ha il suo e sono tutti diversi...
Lungo i marciapiedi di Monza sono spuntate come funghi file di armadietti tutti diversi. Sono le “cabine di strada” delle società di telecomunicazioni. Possibile che non possano coordinarsi? Il Comune di Monza avrebbe regole precise con il Piano del Sottosuolo e il Regolamento per gli interventi stradali...

Siamo appena usciti da una nuova stagione “apri-chiudi-riapri” sui marciapiedi di Monza. Tra i gestori di telecomunicazione, infatti, si è aperta la gara a chi fornisce per primo il servizio internet veloce utilizzando la tecnologia FTTH (fiber to the home), cioè la fibra ottica che arriva sino alla presa domestica dell’utente finale.
Gli armadietti di strada si sono moltiplicati. Ha iniziato Telecom Italia, poi è arrivata Fastweb, poi ancora Open Fiber e Vodafone. Ogni volta lavori con scavo, poi la riasfaltatura, poi di nuovo lavori, e così via. Il problema non è soltanto l’eventuale sistemazione del marcipiede frettolosa.

Siamo di fronte a un proliferare di armadietti tutti diversi tra loro, uno accanto all’altro, con in più il mini-armadietto annesso per l’allacciamento all’Enel. Elementi di disordine bruttissimi a vedersi, angoli nei quali si depositano foglie e cartacce, una sorta di arredo urbano alla rovescia.

E’ certamente positivo lo sviluppo della concorrenza per telefonia e internet, come consumatori ne abbiamo vantaggi. Ma in nessuna città d’Europa esiste questo “farwest” dell’armadietto di strada. E che questa “gara” tra gestori avvenga in questo modo proprio a Monza è sorprendente e inaccettabile. Monza è una delle poche città in Italia ad avere regole precise per le reti e per i lavori stradali. Lo sappiamo bene perché, negli anni passati, siamo stati i promotori di queste regole, ottenendo dalla giunta Faglia il Piano Urbano del Sottosuolo e dalla giunta Mariani il Regolamento per scavi e posa di tubi. Occorre però che il Comune si faccia rispettare.

Insomma, va bene lo sviluppo delle reti in fibra ottica, ma il Comune deve dire la sua. Se per ipotesi arrivassero a Monza dieci diversi gestori, finiremmo per avere sui marciapiede un campionario di dieci differenti armadi tecnici uno in fila all’altro. Non ci pare una cosa sensata e accettabile... 

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