Delude il piano mobilità sostenibile 2024
Monza ha varato il Piano di Mobilità sostenibile, e pensare che era prescritto entro il 1999. Un documento interessante, ma senza scadenze certe per gli obiettivi, peraltro fissati in modo assai generico, e senza indicazione dei cespiti per i costi necessari, come la legge richiede.
Sul Piano Urbano della Mobilità la nostra città ha impiegato più di 20 anni per trovare un punto di incontro, o di compromesso, tra esigenze diverse. Tiravano da una parte i più rigorosi ambientalisti, tiravano dall’altra in molti, soprattutto i commercianti, che sono quelli che si agitano anche per le banali isole pedonali, quando tutto dimostra che queste giovano anche a loro. È la paura di cambiare, persino se in meglio.
Questo lunghissimo stallo ha avuto come conseguenza una forte responsabilità (insieme al trasporto pubblico inadeguato) nella seria congestione di traffico in città e negli altissimi valori dell’inquinamento atmosferico. Più volte la nostra Associazione ha lanciato proposte risolutive, giudicate interessanti e positive anche dallo stesso Comune, ma mai prese seriamente in considerazione per un indirizzo di pianificazione.
Il documento varato dalla giunta Pilotto e approvato dal Consiglio Comunale delinea sommariamente la mobilità del futuro ponendo obiettivi generici a 5 e 10 anni. Nessuna indicazione su dove prendere i soldi per fare le cose. Due aspetti fondamentali secondo le linee guida EU-Eltis recepite nel DM 397/2017 e succ. modif. Questo ci fa affermare che il presunto PUMS monzese in realtà è un pseudo-PUMS.
Nel documento, grande attenzione ai ciclisti e ipotesi di isole a traffico limitato dentro i quartieri. Ma l’unica cosa che appare un po’ più concreta è la progressiva estensione degli stalli di sosta a pagamento, prima a tutto il centro storico, poi ben oltre.
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