piscina

Ne mancano almeno altre due scoperte   
Monza ha una sola piccola piscina scoperta, ed è davvero poco per una città di 120mila abitanti. Questo tipo di impianti è oggi sempre più richiesto dai cittadini, anche in relazione ai cambiamenti climatici. Servirebbero almeno altri due impianti natatori ricreativi moderni, attrezzati e accessoriati.

Monza ha bisogno di nuove piscine scoperte. La quantità rapportata alla popolazione, rispetto alla media lombarda ed alle città vicine, è sconfortante: un solo vecchio impianto all’aperto per 120.000 abitanti. Si tratta della piscina di Triante, che tra l’altro è una modesta vasca da 25 metri letteralmente presa d’assalto nel periodo estivo, con una capacità massima di circa 105 bagnanti (in base al vigente DPGR 20 maggio 2015).

Esiste anche la piscina del Parco, obsoleta vasca da 50 metri, da due anni chiusa al pubblico. Ma non ci sono certezze sulla sua riapertura.

Per fare qualche confronto: Sesto San Giovanni ha 2 piscine scoperte (una ogni 40mila abitanti), Seregno e Lissone una ciascuna (per 40 mila abitanti), Arcore una (18mila abitanti).

Per stare nella media regionale, servirebbero almeno altri due impianti. Ma parliamo di impianti polifunzionali di nuova generazione, come ormai usa in tutto il mondo. Vasche di forma libera, con attrezzature tali da fornire all'utente nuovi interessi: scivoli, onde artificiali, fondali in sabbia. E vasche secondarie con idrogetti, sale fitness, servizi termali e Spa.

Si potrebbe pensare anche di utilizzare in alcuni punti la sede del Lambro, opportunamente tenuta piena regolando diversamente la diga di Inverigo, per installare piscine galleggianti che hanno in più una funzione di depurazione delle acque.

Anche di fronte ai mutamenti climatici che stiamo vivendo, è importante l’idea di dotare la città di un numero adeguato di impianti natatori e ricreativi all’aperto. Si tratta di uno dei tanti elementi utili per una visione moderna, green e smart della Monza del futuro. Una città capace di offrire ai suoi abitanti servizi attesi e di qualità. L’esistenza di Acquaworld a Concorezzo, mega-struttura che peraltro ha una sola vasca scoperta, non è sufficiente per rispondere alla domanda crescente di servizi diffusi, specie in vista del futuro (ma imminente) teleworking che riporterà le persone a vivere intensamente nel proprio quartiere e nella propria città.

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