Strada urbana, ciclabili e 4 ettari di verde
Concordato tra Anas e Comune, ecco l’assetto della viabilità sopra il tunnel della SS36. Sono state fatte scelte calibrate per il traffico monzese e definite in modo da evitare in futuro il semplice attraversamento della città da parte di traffico estraneo a quello locale (pubblichiamo anche le mappe).
AL POSTO DELLE SEI CORSIE, VIA URBANA E CICLABILI
Il sopratunnel della SS36 prende forma. E’ definitivo l’accordo tra Anas e Comune per la viabilità: una strada urbana a una corsia per senso di marcia, due ciclabili “reversibili” utilizzabili per i veicoli in caso di emergenza in galleria, due rotonde e quattro attraversamenti regolati da semafori intelligenti.
Il sistema stradale lascia liberi quasi quattro ettari di verde, occasione irripetibile in una città densamente urbanizzata come Monza.
PROGETTO DEFINITIVO 2013
La strada è stata ridotta rispetto al progetto iniziale. Il sistema è strutturato adeguatamente per reggere il traffico locale previsto. Aggiunte anche due corsie ciclabili “reversibili”, cioè destinabili ai veicoli in caso di una emergenza tale da far chiudere temporaneamente entrambe le canne del tunnel. Una eventualità improbabile, ma che il piano per la sicurezza ha previsto.
La rotonda all’ex cavalcavia, rimpicciolita e disassata, è ora grande in pratica la metà e un ettaro di verde è stato recuperato sul lato ovest del quartiere.
Vedi qui più dettagli della progettazione viabilistica.
PROGETTO ORIGINARIO 2007
Il progetto iniziale approvato nel 2007 da Regione, Provincia, Comune e altri enti prevedeva un viale Lombardia a due corsie per senso di marcia, senza ciclabile, praticamente la stessa strada di prima. Nella zona dell’ex cavalcavia di San Fruttuoso era disegnato un anello da 8mila mq che occupava praticamente tutta l’area disponibile, lasciando al centro uno spazio enorme poco fruibile.
Questo progetto rispondeva molto bene alle esigenze di Anas, ma non a quelle della città: il quartiere sarebbe rimasto ancora una volta fisicamente tagliato in due, il viale destinato a diventare una inutile duplicazione del tracciato in galleria.
Un punto fondamentale della sistemazione del sopratunnel è la mitigazione, anzi il mascheramento, delle uscite di sicurezza e delle stazioni elettriche, strutture di servizio inevitabili, ma molto invasive ed esteticamente sgradevoli.
Il Comune ha affidato la progettazione paesaggistica dell’area liberata dalle sedi stradali all’arch. Andreas Kipar.
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